01/10/2012 - “Risolvere la Dislessia” – Da un inserto di ‘Salute’ del corriere della sera

Dislessia: diagnosi e cure

I consigli per capire tutti i segnali che i bimbi lanciano
(anche all’asilo)

Il primo segnale: Come fare per capire se il proprio figlio è dislessico? «Un ritardo del linguaggio o la difficoltà ad esprimersi in età prescolare possono essere un primo segnale», spiega la psicologa e logopedista Alessandra Luci. In età prescolare, dice ancora, «si può intervenire con esercizi e giochi di metafonologia su un bambino che presenta disturbi del linguaggio, ma non è ancora possibile fare la diagnosi» In prima elementare «In prima elementare — dice ancora Luci — ci sono avvisaglie più concrete. Faccio un esempio: un bambino che scrive la parola “posto” sbagliando la sequenza delle lettere, potrebbe sforzandosi scriverla bene per tutta una pagina perché copia la prima parola scritta dall’insegnante e poi, basta girare la pagina, e ricomincia a scriverla in modo errato». Invertire le lettere, fare più errori di ortografia degli altri, leggere con estrema lentezza e fatica sono alcuni dei possibili segnali.

LA DIAGNOSI – Anche in prima elementare e fino alla fine della seconda e della terza non è possibile ottenere la diagnosi certa perché a quell’età può essere normale fare errori di lettura e di scrittura. Ma se un bambino fa più errori degli altri, per esempio sbaglia 20 volte le doppie invece di 5 o 6 nello scrivere un brano come accade ai normolettori, il segnale si fa più evidente. Anche qui si può intervenire con esercizi di metafonologia. Solo a partire dalla fine della seconda, inizio della terza è possibile fare la diagnosi definitiva.

IL GRUPPO – La diagnosi si fa in équipe. Dice Alessandra Luci: «Lo psicologo fa il test del quoziente intellettivo, il logopedista quello di scrittura e lettura, il neuropsichiatra valuta il tutto ed esclude altre cause. La terapia logopedica consiste sempre in esercizi mirati che spesso compensano il disturbo con il tempo».

LA DISCALCULIA - Per la discalculia si aspetta invece la fine della terza elementare per ottenere la diagnosi. È importante fare presto perché con il passare del tempo le cosiddette finestre evolutive di un bambino tendono a chiudersi e dopo le medie c’è ormai poco da fare

I GENITORI - L’Associazione italiana dislessia dà una serie di consigli utili ai genitori. Ad esempio: parlare con il bambino e spiegargli come si manifesta la dislessia e cosa sui può fare per affrontarla e superarla. Inoltre i genitori vengono invitati a leggere al figlio più spesso e più a lungo possibile. Così il bambino potrà sviluppare un più vasto vocabolario, udire parole pronunciate in modo appropriato, imparare ad amare e conoscere i libri. E’ molto utile anche giocare con i bambini a scacchi, monopoli, memory, giochi di carte, shanghai. Tutti giochi che sviluppano capacità di concentrazione, strategie, abilità di memoria, manualità. Con i bimbi più piccoli vanno create rime, filastrocche cantate. Vanno poi cercate affermazioni positive delle capacità del ragazzo, ad esempio in campo sportivo, pittorico, musicale.

LA DIFFERENZA - Nei Paesi anglosassoni, dove la dislessia viene trattata da almeno quaranta anni, la percentuale dei bambini in età scolastica con dislessia evolutiva sale al 10 per cento. Questo a causa del fatto che in inglese per rappresentare 40 fonemi, cioè 40 suoni, esistono 1120 combinazioni diverse di lettere (grafemi) mentre in Italia 33 grafemi bastano a rappresentare 22 fonemi. Noi, che scriviamo e pronunciamo le parole allo stesso modo, siamo più «fortunati» ma nello stesso tempo abbiamo più difficoltà ad accorgerci di essere dislessici.

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