03/12/2012 - dal Garante della Disabilità Dino Barbarossa – Un articolo dal giornale “La Sicilia”

La Sicilia

Mercoledì 28 Novembre 2012
Il Fatto – Pagina 2

«Ciò che voglio promuovere
è l’umanizzazione delle cure»

Antonio Fiasconaro
Palermo. Per Lucia Borsellino, neo assessore per la Salute, che ha raccolto il testimone da Massimo Russo, quello di ieri mattina, in occasione della presentazione a Palermo del progetto Ri. Med, è stato un appuntamento assai importante per il suo inizio di mandato nell’esecutivo guidato dal presidente Rosario Crocetta.
«E’ molto significativo che in un momento di! grave crisi internazionale – ha detto la Borsellino – parta dalla Sicilia un progetto straordinario che contribuirà allo sviluppo e alla crescita dell’intero Paese. Il Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica, al quale il Governo regionale è molto interessato, sarà fortemente innovativo e strategico. Un polo di attrazione internazionale per giovani e ricercatori, un modello di aggregazione che rappresenterà un’eccellenza della medicina e della ricerca, in grado anche di ridurre la mobilità passiva. Tutto ciò è stato possibile grazie a un lavoro di programmazione che dopo il risanamento del sistema sanitario regionale ha permesso di pianificare gli interventi sanitari e di reperire le risorse finanziarie necessarie per nuovi e ambiziosi progetti che porteremo sempre più avanti».
Assessore, ma questo Centro di eccellenza, che sta per nascere si avvale soprattutto della ricerca, quindi…
«La promozione della ricerca attraverso le nuove tecnologie permette d! i attrarre l’intelligenza scientifica. Dalla Sicilia arriva og! gi un forte segnale di speranza. Non a caso questo Centro rappresenta un binomio composto da ricerca e pratica clinica, visto che sarà affiancato da un ospedale da 300 posti letto. Un modello esportabile di cui essere orgogliosi. Dopo anni di programmazione attenta delle spese che hanno posto le condizioni per guardare avanti, la Sicilia oggi può parlare di sviluppo e di miglioramento dei livelli della ricerca, grazie a questo progetto straordinario. Il Ri. Med. contribuirà a contenere i flussi della migrazione passiva, i cosiddetti viaggi della speranza, e si imporrà come polo di attrazione notevole per la formazione di giovani ricercatori».
Ben vengano le grandi eccellenze, ma occorre puntare soprattutto all’ordinaria amministrazione. I cittadini siciliani hanno bisogno di una sanità sempre più efficiente. Non possono attendere la realizzazione soltanto di questi Centri superspecialistici.
«Io penso che si tratta di due ambiti assolutamente coniugabili. Sull’ordin! aria amministrazione c’è sempre la necessità di definire piani di sostenibilità anche per gli interventi di sviluppo. Oggi siamo qui (ieri per chi legge, ndr) a dimostrare che gli interventi di sviluppo e di promozione anche della ricerca e di migliorare i livelli di prestazione non sono disgiunti dal sistema che però devono fare i conti con le disponibilità delle risorse».
Lei eredita il testimone di Massimo Russo. Con quale spirito sta portando avanti il suo mandato, dopo essere stata per anni a capo della macchina burocratica dell’assessorato e braccio destro del suo stesso predecessore?
«Continuo con uno spirito di chi sa che oggi il mio ruolo non è solo tecnico, per cui bisogna guardare alla complessità del sistema, valorizzare tutto ciò che può produrre ulteriori risultati e apportare eventuali interventi correttivi per quegli aspetti che non hanno ancora dato evidenza di risultati».
I cittadini siciliani chiedono assistenze più sicure, garanzie nelle cure! , appropriatezza dei protocolli, per evitare ancora oggi che molti di l! oro siano costretti ad «emigrare» per avere assicurata una sanità più efficiente. Cosa bisogna fare per evitare i «viaggi della speranza»?
«Lo sviluppo dell’eccellenza non deve assolutamente distrarre da quella che lei ha definito ordinaria amministrazione, che poi ordinaria amministrazione non lo è. Bisogna quindi creare la straordinarietà nell’ordinarietà. Quindi il lavoro grosso che ci aspetta, che mi aspetta in prima persona, è quello di promuovere veramente l’umanizzazione delle cure. A prescindere dai sistemi organizzativi dai quali vengono erogate io credo dobbiamo “rianimare” il rapporto tra gli operatori e i cittadini perché anche in contesti organizzativi non perfetti, quali sono tutte le condizioni umane e quindi anche questa, credo che poi quello che resti della qualità percepita dei servizi al cittadino sia anche un approccio ottimale pur nelle quotidiane difficoltà».

28/11/2012

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